DOI: https://doi.org/10.7203/SPhV.24.25413

‘Haec, quae non vidistis oculis, animis cernere potestis’ . Poggio Bracciolini contro Lorenzo Valla fra performance retorica e self-definition.


Resumen


Poggio Bracciolini (1380-1459), segretario apostolico e poi Cancelliere della Repubblica di Firenze, fu indiscusso protagonista del movimento umanistico italiano, distinguendosi anche come maestro d’invettiva. Nell’obiettivo comune di far rivivere l’eredità antica, anche nelle invettive gli Umanisti offrirono numerose rappresentazioni erudite, attraverso ad esempio l’agonale tentativo di aemulatio dei modelli del passato, ma anche l’ostentazione di un significativo virtuosismo retorico. Il presente contributo analizza un episodio della seconda oratio in Laurentium Vallam (c. 1452) del Bracciolini, ove il ricorso alla trattatistica retorica antica in ambito di scrittura figurativa emerge più evidente che in altri loca delle sue invettive e insieme alla riscrittura ‘artistica’ di un famoso passo ciceroniano si staglia come strumento di rappresentazione e distinzione personale per l’umanista di Terranuova.


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